ATISALE
Futuro incerto
di Giulia Sbarbati
Non è un buon momento per l’Atisale Spa. E il futuro ha tinte fosche. In corso c’è la ristrutturazione del debito e il concordato con continuità aziendale. E manca anche l’accordo tra i soci per la ricapitalizzazione.
A confermare la situazione difficile della società ai sindacati Fai, Flai e Uila, l’amministratore delegato Roberto Badalucco, nel corso della riunione del Coordinamento Nazionale che si è svolta lo scorso 27 Gennaio. In sintesi, l’Atisale è stata costretta a presentare al tribunale di Foggia la richiesta di concordato in bianco che prevede, in prima istanza, un accordo di ristrutturazione del debito e, in subordine, il concordato con continuità aziendale (ex art. 186 bis) per salvaguardare l’operatività dell’azienda ed inibire eventuali istanze di fallimento dei creditori.
La situazione gravosa deriva da un debito contratto dalle precedenti gestioni, cui ha fatto seguito un accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate relativo al 2005, per un totale, tra imposte e sanzioni, pari a otto milioni di euro.
A questo deve aggiungersi che, nel frattempo, alcune banche hanno cancellato gli affidamenti ad Atisale, per un totale di altri tre milioni di euro, generando così una grave tensione finanziaria.
Non solo. Al momento non vi è neanche accordo tra i soci per una ricapitalizzazione della Società.
Le soluzioni prospettate dal Consiglio di Amministrazione prevedono, quindi, la prosecuzione della produzione, la negoziazione di nuove soluzioni con i creditori (banche, fornitori, comuni, demanio etc.) e la presentazione di un credibile piano di risanamento dei debiti che dovrà essere omologato dal Tribunale. Per quanto riguarda i lavoratori di Margherita di Savoia e Sant’Antioco, ai sindacati è stato assicurato il pagamento delle retribuzioni.