COCA COLA
Il 2017 parte in negativo. Stamoulis apre a soluzioni concertate
di Oscar Maria Rossi
Piena disponibilità dell’azienda all’ascolto e ricerca di soluzioni concertate oltre che di futuri investimenti e progetti. E’ con questi argomenti che Anastasios Stamoulis, nuovo direttore operativo di Coca Cola HBC, ha aperto i lavori del Coordinamento nazionale, percorrendo con coraggio le ardue strade della lingua italiana. Atteggiamenti positivi che non possono di certo mancare in un momento come questo, in cui l’azienda dichiara apertamente i propri numeri. Dati non certo esaltanti che però non sorprendono i lavoratori, i quali vivono gli stabilimenti e i sentori aziendali tutti i giorni, e che tuttavia preoccupano le organizzazioni sindacali.
Così le prese di posizione, dinanzi ai ripetuti errori e alle troppe leggerezze della multinazionale, non tardano ad arrivare. Fai, Flai, Uila hanno criticato le scelte future relative al business aziendale, che torna a scegliere il vetro per il nostro paese. Mostrato perplessità dinanzi alla centralizzazione dei servizi a Sofia, in Bulgaria, avviata dal 2013. E non hanno sorvolato neanche sulle soluzioni disciplinari adottate recentemente per correggere i comportamenti di coloro che devono censire i frigo aziendali, così come sul problema franchigie, prima limitate al solo week-end, ora estese all’intero arco settimanale senza una robusta informativa per i lavoratori, ma soprattutto senza una regolamentazione ne’ possibilità di verifiche.
Insomma, preoccupazioni e disagi che restano e trovano fondamento nei numeri dell’azienda, che vive un momento di serie difficoltà, almeno in Italia, dove i dati dei primi quattro mesi del 2017 parlano chiaro: giù le vendite dell’8,5% ed un -6,9% rispetto allo stesso periodo del 2016. L’azienda perde, sia in termini di volumi che di ricavi.
C’è dunque bisogno di un impegno maggiore da parte del gruppo nella prosecuzione dei piani di investimento, di maggior disponibilità all’ascolto e alla rottura della vischiosa catena di relazioni interne che di volta in volta sembrano ideare strategie totalmente distaccate dalla realtà. Realtà, quella italiana, che torna timidamente a crescere stando ai dati Istat per il primo trimestre 2017 (Pil a + 0,4% rispetto al precedente trimestre). E al suo interno il settore alimentare traina con una certa forza questa ripresa.
A fronte di ciò, non si comprende dunque la scarsa performance di Hellenic in questi anni, o meglio la si inquadra nell’ottica di scelte errate e nella mancanza di una reale e approfondita lettura e comprensione delle caratteristiche proprie del momento storico e del territorio, tutte accortezze che le OO.SS avevano già invitato a prendere in considerazione già da tempo.
Dal canto suo Anastasios ed il resto del management aziendale, non citando i numeri degli investimenti futuri, parlano di fiducia negli attuali orientamenti produttivi, e di grandi possibilità che in futuro l’azienda torni a crescere anche nel nostro paese, dove ha avviato particolari studi per comprendere gli orientamenti e i bisogni consumistici più rilevanti ed autoctoni.
Appuntamento alla fine dell’estate dunque, sperando di assistere, almeno nel prezioso intervallo estivo, ad una tanto sperata fase di ripresa.