NESTLE’
Perugina, avanti con gli impegni sottoscritti
di Oscar Maria Rossi
“Verba volant, scripta manent” avvertiva Caio Tito in seduta plenaria al Senato romano duemila anni fa. Locuzione latina che torna a vivere ai giorni nostri grazie all’impegno costante delle organizzazioni sindacali che, in sede di Confindustria, a Perugia, martedì 6 giugno, hanno ascoltato dai rappresentanti Nestlé, la volontà di attenersi ai precedenti accordi e muoversi nel loro perimetro, volontà rivendicata dalle parti sindacali, e confermata dalla parte aziendale.
Si riparte dunque dall’accordo sottoscritto il 7 aprile 2016, nel cui quadro si è deciso di lavorare. L’azienda dal canto suo ha confermato l’intenzione di proseguire col piano di investimenti annunciato di 60 milioni di euro, che indubbiamente ridisegnerà la struttura dello stabilimento, coinvolgendo gli impianti produttivi e le attività svolte.
L’attenzione resta focalizzata sulla gestione degli squilibri occupazionali che si vivranno nei prossimi mesi e che avranno come punto di arrivo giugno 2018, momento in cui terminerà la possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali.
Il piano sociale, previsto nell’accordo, ha l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto della riorganizzazione aziendale e prevede tutte le soluzioni possibili per salvaguardare la futura vita professionale e reddituale dei lavoratori interessati. Le soluzioni riguarderanno il prepensionamento, le possibilità di outplacement nelle aziende del territorio perugino, e di insourcing nelle aziende del Gruppo Nestlé in Italia, affiancate da percorsi formativi ad hoc che riguarderanno sia gli operai di produzione che gli impiegati e da incentivi all’esodo per le aziende disponibili alla ricollocazione.
I sindacati hanno richiesto l’apertura di un tavolo istituzionale di confronto, così da valutare ulteriori possibilità di tutela delle professionalità e al fine di prestare una maggior attenzione al territorio, pur sempre nel contesto dello sviluppo internazionale del Gruppo. Un buon risultato che riequilibra l’ago della bilancia a favore dei lavoratori e che dimostra come l’azienda, attraverso le rappresentanze sindacali territoriali e di sito, sia ancora fortemente attaccata alle produzioni simbolo dell’intero territorio.