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Sviluppo sostenibile, ruolo chiave delle donne contro fame e povertà

20 Dicembre 2016
in INTERNAZIONALE
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AGRICOLTURA
Sviluppo sostenibile, ruolo chiave delle donne contro fame e povertà

Nei paesi in via di sviluppo, le donne costituiscono il 45% della forza lavoro agricola: si va dal 20% in America Latina fino al 60% in alcune parti dell’Africa e dell’Asia, dove lavorano 12-13 ore in più a settimana rispetto agli uomini. Meno del 20% dei proprietari terrieri del mondo sono donne, mentre se le contadine avessero lo stesso accesso alle risorse degli uomini, il numero di persone che soffrono la fame nel mondo potrebbe calare fino a 150 milioni. Le donne, inoltre, reinvestono fino al 90% dei loro guadagni nelle loro famiglie per l’alimentazione, la nutrizione, la sanità, la scuola e in attività generatrici di reddito, contribuendo a rompere il ciclo della povertà intergenerazionale.

Questi dati dimostrano l’importanza delle donne nel settore agricolo e come un loro maggiore apporto potrebbe contribuire a costruire un mondo libero da fame e povertà. A sottolinearlo, nei giorni scorsi, è stato proprio il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva, intervenendo ad un evento ad alto livello co-organizzato dalla FAO, dalla Commissione europea e dalla Presidenza slovacca del Consiglio dell’Unione Europea, in collaborazione con il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), con il Programma Alimentare Mondiale (WFP) e con UN Women.

“Le donne sono la spina dorsale del nostro lavoro in agricoltura. Raggiungere la parità di genere e dare maggiori strumenti alle donne non è solo la cosa giusta da fare, ma è un ingrediente fondamentale nella lotta contro la povertà estrema, la fame e la malnutrizione” ha detto il dg della Fao. “E’ solo questione di opportunità, i dati dimostrano che quando alle donne vengono fornite le opportunità, i rendimenti aumentano, così come i loro redditi, e le risorse naturali sono meglio gestite. Migliora anche la nutrizione e i mezzi di sussistenza sono meglio garantiti”.

Le donne rurali hanno un ruolo chiave nello sforzo di raggiungere tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile – ma soprattutto di quello di liberare il mondo dalla fame e dalla malnutrizione. Tuttavia i numeri ci rimandano una fotografia in cui le donne sono ancora penalizzate e la parità di genere nel mondo rurale è ancora molto lontana.

Neven Mimica, Commissario dell’Unione Europea per la cooperazione e lo sviluppo internazionale, nel suo intervento ha detto: “Sappiamo che i rendimenti agricoli aumenterebbero di quasi un terzo se le donne avessero lo stesso accesso alle risorse degli uomini. Di conseguenza, ci sarebbero fino a 150 milioni in meno di affamati nel mondo. E sappiamo che i bambini hanno significativamente migliori prospettive per il futuro, quando le loro madri sono sane, in buone condizioni economiche e istruite. Soprattutto durante i primi 3 anni di vita. Se vogliamo davvero porre fine alla povertà e alla fame una volta per tutte, allora dobbiamo tutti intensificare il nostro sostegno alle donne rurali,  come investimento nelle famiglie, nelle nostre comunità, nelle nostre società, e nel futuro del nostro pianeta “, ha affermato il commissario UE.
Il divario di genere impone costi significativi per la società, in termini di produzione agricola, di sicurezza alimentare e di crescita economica perdute secondo il Ministro slovacco dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale, nonché Presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea, Gabriela Matecná che ha osservato: “Anche se quasi la metà della forza lavoro agricola mondiale è di sesso femminile, le donne possiedono meno del 20% dei terreni agricoli. Ma allo stesso tempo, il 60% delle persone cronicamente affamate del pianeta sono donne. Tuttavia quando le donne sono pienamente coinvolte, se ne vedono immediatamente i benefici: le famiglie sono più sane e meglio nutrite; e aumentano il reddito, il risparmio e gli investimenti. E quello che è vero per le famiglie vale anche per le comunità e nel lungo periodo per l’intero paese”, ha continuato la Matecná.

“Quando s’investe in un uomo, s’investe in un individuo. Quando s’investe in una donna, s’investe in una comunità “, ha fatto poi notare il Presidente dell’IFAD Kanayo F. Nwanze. Denise Brown, Direttrice delle Emergenze al PAM ha sottolineato che “è solo attraverso l’emancipazione delle donne rurali che siamo in grado di sbloccare il potenziale dei sistemi alimentari globali. Sostenerle è essenziale per creare resilienza, per costruire imprese più forti, e nel lungo periodo migliorare la sicurezza alimentare”, mentre per Maria Noel Vaeza, Direttrice dei Programmi di UN Women, “eliminare il divario di genere in agricoltura può fornire molteplici benefici allo sviluppo, tra cui la parità di genere per le donne rurali, la sicurezza alimentare e la riduzione della povertà, il miglioramento della gestione del clima e società pacifiche”.

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