Lavoro Italiano Agroalimentare
  • Economia
  • Lavoro
  • Agricoltura e Pesca
  • Alimentare
  • Internazionale
No Result
Tutti i risultati
Lavoro Italiano Agroalimentare
  • Economia
  • Lavoro
  • Agricoltura e Pesca
  • Alimentare
  • Internazionale
No Result
Tutti i risultati
Lavoro Italiano Agroalimentare
No Result
Tutti i risultati

Caporalato, Verrascina: punire i veri criminali, non penalizzare solo aziende agricole

19 Febbraio 2016
in AGRICOLTURA E PESCA
0
Share on FacebookShare on Twitter

DDL CAPORALATO
Verrascina: punire i veri criminali, non penalizzare solo aziende agricole
di Fabio Caldera

Procede l’iter del disegno di legge contro il caporalato in agricoltura. In settimana, le organizzazioni agricole sono state convocate per un’audizione in commissione agricoltura del Senato, alla presenza del Presidente Roberto Formigoni e, per la Copagri è intervenuto il Presidente Franco Verrascina. La Copagri vuole ricoprire un ruolo da protagonista in questa battaglia contro il caporalato, forte delle sue 2.600.000 di giornate lavorate nel 2014, entrando a far parte della Cabina di Regia, affinché le eccellenze agricole nazionali siano legate non solo alla qualità, ma anche alla dignità del lavoro e della vita delle persone coinvolte. Per questo ha sollecitato una rapida approvazione delle norme contenute nel ddl in modo da dare gambe alla Cabina di Regia della Rete del Lavoro Agricolo di qualità.

La Copagri ha però evidenziato che i disegni di legge 2217 e 2219 mentre risultano di immediato impatto sulle aziende, non sembrano individuare la strategia adatta a contrastare il problema. Le misure in essi contenute (inasprimento delle sanzioni penali; modifica degli adempimenti amministrativi; introduzione degli indici di congruità) infatti, se da un lato urtano decisamente contro il sistema imprenditoriale agricolo, dall’altro, non sembrano idonee a combattere efficacemente il deprecabile fenomeno del caporalato, non incidendo in alcun modo su quelle sacche di inefficienza dello Stato o della Pubblica Amministrazione da cui lo sfruttamento illegale della manodopera trae linfa vitale.

“Il comune intento dei progetti di legge è condivisibile, ma le misure previste per perseguire tale intento non appaiono pienamente convincenti” ha affermato Verrascina “Pensiamo – solo per citare alcuni esempi – alla mancanza di proposte risolutive rispetto all’assenza di validi servizi di intermediazione sul lavoro (collocamento), all’insufficienza della rete di trasporto pubblico nelle aree rurali, all’immigrazione clandestina, al sistema di vigilanza poco mirato. L’inasprimento del sistema sanzionatorio per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro deve essere indirizzato verso i veri criminali. Diversamente si corre il rischio di concentrare l’attenzione punitiva solo sull’ultimo anello della catena, e cioè sulle aziende agricole, che sono i soggetti più esposti, essendo fortemente patrimonializzate e spesso condotte in forma societaria. Non sarà certo attraverso l’introduzione di un criterio induttivo di valutazione della congruità della manodopera occupata, al quale è peraltro legata la concessione di agevolazioni e/o erogazioni regionali, o attraverso la riforma del sistema previdenziale in agricoltura con il passaggio dal sistema dei versamenti contributivi trimestrali a mensili, né di specifici adattamenti del sistema UNIEMENS presso l’INPS, che si potranno ottenere dei risultati efficaci.”

La stagione delle grandi raccolte è prossima ed è indispensabile che si possa garantire una tutela contro questa aberrante schiavitù che danneggia non solo i lavoratori ma anche le aziende meritevoli. Quello di cui siamo convinti è che il prodotto finale debba ottenere un riconoscimento etico, che racconti al consumatore non solo che è di qualità da un punto di vista organolettico, ma anche che la sua origine è nobile, avvenuta senza sfruttamento dei lavoratori, nel rispetto delle norme sul lavoro e della dignità delle persone. Nel bollino “etico” i consumatori dovranno poter vedere quello che c’è dietro alla produzione di una mela o di un pomodoro: ovvero un’azienda sana, lavoro dignitoso, regolare e retribuito adeguatamente. Dall’altra parte è opportuno contemporaneamente creare delle situazioni in cui vengano valorizzate le aziende virtuose, agevolandone i costi burocratici e produttivi così che ognuno possa fare responsabilmente la sua parte.

“La Copagri è certa” – ha proseguito il presidente – “che per poter avere successo in una battaglia così difficile contro le organizzazioni criminali locali tanto insidiate nel territorio occorrano azioni di sostegno alle imprese regolari che – con più fatica e non solo economica – combattono quotidianamente lo sfruttamento del lavoro illegale e la schiavitù imposta ai lavoratori e anche alle stesse aziende dai caporali. Per queste aziende – la maggior parte – bisogna prevedere delle misure premiali per velocizzare l’adesione alla rete del lavoro agricolo di qualità, e favorire gli incentivi alle assunzioni nonché la semplificazione amministrativa.”

Infine, bisogna prevedere dei sistemi alternativi ai servizi offerti dal caporale. Occorre ripensare completamente il sistema dei trasporti locali, attraverso convenzioni stipulate tra imprese e istituzioni comunali affinché i lavoratori possano giungere nei campi senza troppa fatica. È indispensabile intervenire in tal senso per togliere dalle mani dei caporali questo monopolio. Accanto a questo occorrerà creare dei luoghi idonei per gli alloggi e la vita dei lavoratori al ritorno dai campi agricoli, con l’indispensabile coinvolgimento delle aziende sul territorio per la definizione e l’organizzazione di piani di accoglienza dei lavoratori stagionali migranti

Articolo precedente

FERRERO – a Caselle Torinese, incontro con l’azienda

Prossimo Articolo

Piccole imprese, niente NASpI per risoluzione consensuale

Prossimo Articolo

Piccole imprese, niente NASpI per risoluzione consensuale

Contenuti più visti

lavazza202118-03-21

Lavazza, la contrattazione che fa bene

18 Marzo 2021

Visentini nuovo segretario generale del sindacato europeo

6 Ottobre 2015
sicurezza lavoro

E’ ora di una strategia nazionale su salute e sicurezza sul lavoro – PP

27 Aprile 2017

Categorie

Il Lavoro Italiano Agroalimentare, Direttore Responsabile: STEFANO MANTEGAZZA
Redattori: FABRIZIO DE PASCALE, GIUSY PASCUCCI
Redazione: Via Savoia 80, 00198 Roma - Telefono: +390685301610 - @mail: redazione@lavoroitalianoagroalimentare.eu
Autorizzazione tribunale della stampa n. 101/2012 del 16 aprile 2012, diffusione online
© 2021 Realizzazione a cura di UILA, Via Savoia 80, 00198 Roma. Tutti i diritti sono riservati - Credits: ap idee.

Le immagini e le foto presenti sul nostro giornale online sono prese da Internet, quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti, gli autori o i proprietari delle stesse fossero comunque contrari alla loro pubblicazione, Vi preghiamo di segnalarlo alla mail redazione@lavoroitalianoagroalimentare.eu e provvederemo alla rimozione immediata delle medesime.

No Result
Tutti i risultati
  • Economia
  • Lavoro
  • Agricoltura e Pesca
  • Alimentare
  • Internazionale

Il Lavoro Italiano Agroalimentare, Direttore Responsabile: STEFANO MANTEGAZZA
Redattori: FABRIZIO DE PASCALE, GIUSY PASCUCCI
Redazione: Via Savoia 80, 00198 Roma - Telefono: +390685301610 - @mail: redazione@lavoroitalianoagroalimentare.eu
Autorizzazione tribunale della stampa n. 101/2012 del 16 aprile 2012, diffusione online
© 2021 Realizzazione a cura di UILA, Via Savoia 80, 00198 Roma. Tutti i diritti sono riservati - Credits: ap idee.

Le immagini e le foto presenti sul nostro giornale online sono prese da Internet, quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti, gli autori o i proprietari delle stesse fossero comunque contrari alla loro pubblicazione, Vi preghiamo di segnalarlo alla mail redazione@lavoroitalianoagroalimentare.eu e provvederemo alla rimozione immediata delle medesime.